Erano i tempi delle scuole superiori, capii che studiare troppo era controproducente e pertanto era importante avere un hobby da coltivare per un'ora dalle 17 alle 18, scelsi il biliardo, perchè in sostanza si pagava a rate e non era una spesa pianificata a priori, inoltre ci vedevo dentro una forte componente intellettuale, il biliardo a mio parere era ed è calma, concentrazione, fantasia.
Con Amedeo feci la prima partita in una bisca lontana per poi sceglierne una vicina a casa, all'inizio si faceva fatica nel trovar con chi giocare, ma poi poco alla volta feci le prime conoscenze e trovare uno sfidante divenne sempre più semplice, anche perchè la formula del "chi perde paga" è conveniente sia per i principianti che vogliono imparare che per gli esperti i quali in pratica possono allenarsi gratis.
Io in particolare ero il "pollo" preferito di un certo "Minnesota", un adolescente brufoloso e pieno di vita, che aveva imparato a giocare a bigliardo nella bisca del padre e, a dispetto della giovane età, era fortissimo, specializzato nei tiri di "blocco" ossia le cannate a 200km/h che sfondano la buca, non ho idea di quante volte ci ho perso ma del resto si dice che con i soldi spesi per imparare a giocare ci si potrebbe comprare tranquillamente una gamba d'oro per il biliardo.
Poco alla volta divenni forte anche io, sino a quel torneo di Pasqua, c'eran quasi tutti i campioni della bisca, io per intimorire la concorrenza mi presento con un libro sulle triangolazioni nel biliardo, funziona, i primi avversari son facili, poi in semifinale incontro Remigio, forte, calmo, raffinato, una bella partita, sino al tiro che strabilia lui e me. la palla bianca e l'1 giallo attaccate alla stessa sponda lunga, la buca prescelta all'altra estremità, la mia tecnica al lavoro, il braccio fermo si fonde con la stecca, non vi sono brandeggi, il movimento deciso, inesorabile, il colpo parte solo nell'istante in cui l'immagine mentale della traiettoria percorsa dalla palla verso l'obiettivo è ormai nitida, intorno non c'è nulla, è il silenzio in cui una mente concentrata riesce a calarsi, è il dominio dei grandi risultati, e così è stato, ricordo lo stupore generale, Remigio sentenzia una frase che ancora ho in mente a distanza di 10 anni "...ma che si fanno pure queste palle!!!" , in finale perdo con onore contro "Cello", un altro che a mio parere gioca più con la mente che col braccio, sono comunque felicissimo e mi porto a casa il premio per il secondo classificato, un bel cesto pasquale e la convinzione di aver esplorato i limiti delle mie capacità.
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