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 Storia nobile di Tor Bella Monaca

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T O P I C      R E V I E W
etantonio Posted - 07/15/2008 : 10:57:51
Mi ha incuriosito trovare la storia sul sito del comune di Roma

http://www.romamunicipiodelletorri.it/Storia%20dei%20Quartieri/Tor%20Bella%20Monaca.htm

e ritrovare nomi che conosco..

Origine Storica di Tor Bella Monaca


Dopo la caduta dell’Impero romano, progressivamente la Chiesa romana subentra in possesso dei patrimoni imperiali, ma bisognerà giungere al medioevo per vedere rifiorire le abitazioni e le coltivazioni del territorio, favorite dalle fondazioni di papa Zaccaria (711-752), che incentivò la nascita delle domus cultae o villaggi sparsi. Nel 946 c’è il primo atto di concessione di un territorio da parte della Chiesa ad una famiglia, incaricata di costruirvi un castello e di difenderlo dagli invasori.

Nel 1115 iniziarono a sorgere nell’agro romano le caratteristiche torri, segni della giurisdizione dei baroni e degli enti ecclesiastici: la zona di cui ci interessiamo apparteneva all’epoca alla famiglia Monaci, che nel XIII secolo fece erigere la torre tuttora esistente. Il 7 maggio 1319 Maria, vedova di Pietro Monaci vendette il territorio a Landolfo Colonna.Era costume nella campagna romana che una volta venduto un bene immobiliare esso prendesse il nome del vecchio proprietario; pertanto la zona, dal giorno in cui venne venduta alla famiglia Colonna, fu denominata “Turris Pauli Monaci”. La tendenza nella traduzione dal latino al volgare, di femminilizzare i nomi delle cose fece si che essa venisse corretta in “Palo Monaco”, ”Pala Monaca” fino a che assunse l’attuale nome sul quale la fantasia popolare ha costruito una leggenda legata al personaggio di Santa Rita da Cascia.

In seguito i Colonna donarono alla Basilica di S. Maria Maggiore la torre “Pala Monaca” e 100 ettari di terreno attorno; la Chiesa conserverà questo patrimonio fino all’800. Poi i possedimenti, intorno al XVI secolo, furono acquistati dal cardinale Borghese, già proprietario del latifondo di Torre Nova al quale si annettono i nuovi territori.

Nel 1797 per far fronte alla crisi finanziaria dovuta all’invasione francese nello Stato Pontificio, Papa Pio VI chiese agli enti ecclesiastici di vendere la sesta parte dei beni per venire incontro alle necessità economiche, così i canonici di S. Maria Maggiore decisero di mettere in vendita insieme alle altre tenute la tenuta di Tor Bella Monaca. La comprò Giovanni Giacomo Acquaroni che la restituì dopo poco tempo per debiti contratti con i canonici a cui non aveva potuto far fronte.

Il 23 marzo 1869 i Borghese permutarono una loro tenuta con il territorio di Tor Bella Monaca, ma una crisi economica nell’ultimo decennio del secolo costrinse i Borghese a vendere le proprietà e nel 1919 furono completamente smembrate.

Nel 1923 Romolo Vaselli acquistò la tenuta di Tor Bella Monaca e fino alla seconda guerra mondiale la zona acquistò una certa stabilità anzi si ingrandì con l’acquisto di Torre Angela.Nel 1937 la Società Ernesto Breda comprò una tenuta nell’agro adiacente a Tor Bella Monaca e dall’anno successivo iniziò la costruzione dei primi reparti dello stabilimento Breda. La società cedette all’istituto autonomo fascista per le case popolari il terreno sul quale verrà edificato il Villaggio Breda e già nel 1941 furono stipulati i contratti di affitto con i primi inquilini. Finita la guerra iniziarono le nuove vendite e le lottizzazioni che dettero origine alla borgata. Nel 1946 Romolo Vaselli vendette a Marino Giobbe e Pietro Moro 44 ettari di terreno che lottizzato negli anni successivi darà vita all’attuale borgata di Tor Bella Monaca.

Il terreno venne frazionato in piccoli lotti che subito trovarono acquirenti. L’edificazione venne attuata da persone che avevano avuto rapporti con il territorio. Infatti gli abitanti della zona presenti sin dalle prime fasi dello sviluppo sono i contadini dell’azienda liquidati da Vaselli con terreni e case coloniche. Tra i primi abitanti vi sono quelli del vicino Villaggio Breda che acquistarono dei lotti per ampliamento del nucleo familiare. I primi edifici costruiti erano delle casette appena sufficienti alle esigenze della famiglia, la zona era priva non solo di servizi commerciali, sanitari, scolastici ecc, ma anche di quelli come l’acqua, l’illuminazione elettrica, le fognature, strade asfaltate. Negli anni 50 la zona cominciò a popolarsi e i protagonisti della nuova edificazione furono gli immigrati dei castelli romani e del frusinate in quanto per essi la via Casilina costituiva il collegamento ideale tra città e luogo di origine. Molti di questi immigrati riproducevano nella nuova zona modi di vita, tradizioni del paese di origine; altri immigrati provenivano da altre zone della città colpiti da sfratti, sgomberi, oppure privi di una sistemazione accettabile ricorsero all’autocostruzione abusiva per l’impossibilità di trovare un alloggio a basso costo. La zona si popolò di altri immigrati originari delle Marche, dell’Abruzzo e delle altre regioni del centro sud.

Ma il vero e proprio boom edilizio si verificò negli anni sessanta, infatti vi è una ripresa dell’attività edilizia da parte dei vecchi abitanti con le prime sopraelevazioni ed ingrandimenti degli edifici per ampliare le abitazioni e assicurare l’alloggio alla discendenza. I costruttori non erano più autocostruttori ma si avvalsero di manodopera esterna ed anche di ditte costruttrici. Le costruzioni vennero realizzate con una tipologia diversa: non più la casetta bassa ma le prime palazzine sorte con i criteri dell’edilizia ufficiale. Comparvero le nuove figure sociali degli inquilini a cui vennero affittati gli appartamenti realizzati in funzione dell’ingrandimento del nucleo familiare, infatti l’ingresso in quegli anni di molti immigrati nei posti pubblici fu garanzia di stabilità economica che consentì nuovi investimenti nell’edilizia .

Negli anni 70 si assistette ad una terza fase del fenomeno: quello dell’attività edilizia avviata da promotori esterni che edificarono costruzioni con la tutta la caratteristica di abitazioni di medio lusso.
1   L A T E S T      R E P L I E S    (Newest First)
etantonio Posted - 02/24/2014 : 20:39:06
la pagina è stata spostata ed ampliata,

http://www.comune.roma.it/wps/portal/pcr?contentId=ANC195516&jp_pagecode=newsview.wp&ahew=contentId%3Ajp_pagecode

unisce ora le storie della vecchia e della nuova zona,
riproponendo in se gli stessi paradossi, gli stessi contrasti, la stessa unione mai divenuta matrimonio,
da un lato la zona vecchia vittima del grigio abusivismo,
dall'altra la zona nuova costruita come modello architettonico e sociale,
agli occhi miei l'esatto contrario, ma quella è la versione del Comune di Roma.

Ormai la zona nuova ha almeno 30 anni, forse si potrà riuscire a analizzare con lucidità le evidenze di questo curioso esperimento socio architettonico.

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